Caso Fincantieri Palermo Qui è di scena il dramma sociale

Ci dovete dare il lavoro. Urla di rabbia al megafono un lavoratore della Fincantieri di Palermo.

Stamattina la situazione ai cantieri navali di Palermo è molto tesa. Una macchina (nella foto) è stata data alle fiamme e un gruppo di operai è salito su una gru e scenderà solo quando otterrà garanzie sul futuro. Una ventina di lavoratori ha, invece, occupato gli uffici amministrativi della società.

Continua così la protesta e lo sciopero alla Fincantieri, proclamato dai sindacati dopo la perdita della commessa da 70 milioni di euro, destinata allo stabilimento palermitano.

Da circa due anni il cantiere è come se fosse Villa Trabia – dice Antonino Randazzo, lavoratore di una ditta di subappalti -. Passeggiamo come in un parco pubblico. Il cantiere ha perso e continua a perdere appalti. La Fincantieri non è riuscita a vincere nemmeno l’ultimo da 70 milioni di euro per ‘trasformare’ due navi della Costa Crociere, finite in mano ai cantieri Mariotti (che fanno yacht).

A 2mila lavoratori del cantiere – dice Giuseppe La Fata, operaio – viene data l’elemosina attraverso gli ammortizzatori sociali. Altri 3mila potrebbero fare la stessa fine. Viviamo un periodo di crisi aziendale. Siamo in mano ai dirigenti della Fincantieri e alla politica. Se si sbracciano e portano lavoro, potrebbero salvare tante famiglie che oggi versano in condizioni drammatiche.

Presente alla manifestazione anche il deputato regionale del Pdl Salvino Caputo: È un dovere essere qui, nel momento in cui la più grande azienda di Palermo rischia la chiusura. Dopo aver finanziato 150 milioni di euro – continua Caputo – pensavamo che il cantiere facesse un passo in avanti. Invece, è arrivata la doccia fredda dell’appalto non vinto. Mercoledì ho convocato in Commissione Attività Produttive il presidente e i vertici di Fincantieri con i sindacati per capire cosa vuole fare l’azienda.

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