Voglio esternare il senso di assoluta incertezza con cui varchiamo oggi la soglia del Ministero dello Sviluppo economico, dopo mesi di attesa e di appuntamenti rimandati.
Nonostante le ripetute richieste di aggiornamenti sullo stato di avanzamento della ricerca di un’azienda interessata a succedere alla Fiat nella produzione a Termini Imerese, nessuna informazione, né rassicurazione è ad oggi trapelata dal Ministero o dall’Advisor Invitalia.
Le numerose note che il sottoscritto ha inviato ai Ministri, viceministri e sottosegretari competenti sono rimaste, purtroppo, senza risposta.
E allora, a fronte delle ultime dichiarazioni dei Ministri Fornero e Passera dopo l’incontro con l’AD Fiat (nel corso del quale la vicenda di Termini Imerese è stata palesemente ignorata) e, da ultimo, dello “scaricabarile” di responsabilità tra i Ministri del lavoro e delle Finanze sulla vicenda del decreto esodati, sento il dovere di ricordare a tutti quali sono le questioni sul tavolo che non possono essere ulteriormente rimandate:
1. L’emanazione del c.d. “Decreto esodati” che deve comprendere negli ulteriori 55 mila anche gli ex lavoratori Fiat aventi diritto alla pensione alle condizioni previgenti la Riforma delle pensioni
2. La garanzia della seconda annualità di ammortizzatori sociali per i restanti lavoratori ex-Fiat, tenuto conto della riduzione obbligatoria del 30% del bacino dei percettori dell’anno 2012, sancita dall’accordo tra Fiat e Sindacati del dicembre 2011
3. L’individuazione di una soluzione per le imprese dell’indotto che in assenza di commesse da Fiat o altra azienda subentrante, che garantisca ulteriori ammortizzatori sociali per il 2013. Il Ministero del lavoro e il MiSE devono convocare le 6 imprese in questione e metterle nella condizione di avviare le procedure per un ulteriore anno di ammortizzatori sociali in attesa della ripresa della produzione.
Come già rappresentato ai responsabili del Lavoro e dello Sviluppo economico le questioni citate riguardano le “persone” e il loro diritto a un’esistenza dignitosa, garantita dagli aass in attesa della ripresa della produzione che deve avvenire il più presto possibile, considerato che le ingenti risorse dell’Accordo di programma sono rimaste ad oggi inutilizzate.