La diffusa crisi economica che ha investito il nostro Paese, a causa del blocco delle attività
imposto dalla pandemia, sta facendo sentire i suoi primi effetti. Uno di questi è certamente la
pesante riduzione dei flussi turistici, che sottrae agli enti territoriali e alla imprenditoria del settore una primaria fonte di reddito.
In attesa che si possa ristabilire la situazione pregressa, il Governo ha cercato di incentivare
il turismo interno, indirizzando i Cittadini italiani verso le località turistiche nazionali, con
particolare riguardo ai siti ricchi di emergenze archeologiche, monumentali, artistiche e ambientali.
In questo quadro, bene ha fatto il governo regionale a riaprire al più presto Musei e siti
archeologici, che hanno subito registrato l’interesse di numerosi italiani, sopperendo in parte alla
quasi totale assenza di turisti stranieri.
Dobbiamo rilevare, tuttavia, che il Parco Archeologico di Himera, con i relativi spazi museali,
continua a restare interdetto, perdendosi in tal modo una importante occasione di “mettere sul
mercato” del turismo culturale uno dei siti archeologici più vasti, dal quale sono stati ricuperati
un’infinità di preziosi reperti.
Il persistere di tale chiusura, purtroppo, conferma la scarsa attenzione delle Istituzioni
Regionali verso il Parco Archeologico di Himera, che brilla per carenza di infrastrutture al servizio
(parcheggi, strade), di manutenzione delle aree vincolate (che si contraddistinguono per la diffusa
sterpaglia e rischio incendio), di investimenti (in termini di promozione fra i tour operator).
A questo punto, non possiamo non denunciare la colpevole disattenzione nei confronti di
una realtà che potrebbe essere fonte di ricchezza per un territorio in crisi occupazionale, che nel
corso degli anni ha costituito fonte di approvvigionamento di reperti oggi esposti al Museo
Archeologico “Salinas” di Palermo.
E non ci si dica che, recentemente, sono stati effettuati copiosi investimenti, in quanto è
ben noto che le risorse provenivano dal progetto per la nuova linea ferroviaria e, comunque, sono
state spese per indagini e ricerche e non, come riteniamo fondamentale, per realizzare
infrastrutture e promozione.
Vorremmo, inoltre, spiegato perché il Parco Archeologico di Himera è considerato, con
tutta evidenza, di “serie B”, pur possedendo le caratteristiche per farne centro di attrattiva per il
turismo colto. Ma in questo caso si aprirebbero scenari di polemica politica che, almeno in questo
momento, non vogliamo percorrere.
IL PRESIDENTE
Rosa Lo Bianco







