La Procura di Termini Imerese non ci sta e ricorre contro la scarcerazione dei fratelli Salvino e Mario Caputo, oltre che di Benito Vercio, finiti al centro dell’inchiesta «Voto connection», condotta dalla compagnia dei carabinieri di Termini Imerese, su presunti illeciti elettorali. In particolare, i tre, secondo l’accusa, avrebbero fatto in modo che, a fronte della candidatura all’Ars di Mario Caputo, il corpo elettorale fosse orientato a pensare che il proprio voto servisse a sostenere la candidatura del fratello Salvino, ben più conosciuto, ma incandidabile. Gli indagati dovranno rispondere di corruzione elettorale e attentato contro i diritti politici del cittadino nell’inchiesta giudiziaria.
Il 20 aprile 2018 il Tribunale del Riesame di Palermo, composto dal Presidente Lorenzo Jannelli, dai Giudici Giuliano Castiglia e Cristina Denaro, aveva emesso l’ordinanza con la quale annullava l’applicazione degli arresti domiciliari per Salvino e Mario Caputo, accusati di avere attentato ai diritti politici del cittadino in occasione delle consultazioni regionali di novembre 2017. Il 6 giugno sono state depositate le motivazioni, con le quali il collegio ha ribaltato interamente le motivazioni che avevano portato il GIP del Tribunale di Termini Imerese ad applicare la misura cautelare restrittiva il 3 aprile. Per i giudici risultava una carente presenza di gravi indizi di colpevolezza, né vi sarebbero esigenze in relazione a situazioni di concreto ed attuale pericolo per l’acquisizione e la genuinità della prova.
Adesso giunge il ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame con cui venivano messi in libertà l’ex deputato regionale Salvino Caputo e il fratello Mario, candidato «ufficiale» alle ultime elezioni regionali con la lista «Noi con Salvini», nonché il presunto «procacciatore di voti» Vercio. La sentenza è stata impugnata dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci.
Annullamento domiciliari per i fratelli Caputo: la Procura di Termini Imerese ricorre in Cassazione
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