Non bastava la Fiat: se entro il 30 dicembre non si verrà a capo della questione Agrodolce, Termini Imerese perderà un investimento da 46 milioni di euro. Ferma da 8 mesi per un corto circuito economico ed editoriale tra Rai, Regione Sicilia e Einstein Multimedia, la soap opera lanciata come la versione siciliana di Un posto al sole doveva essere fonte di speranza per una terra piagata dalla disoccupazione. Un investimento imponente, da 46 milioni, che andrà in fumo se le parti non troveranno un accordo: 25 di quei 46 milioni sono fondi Fas della Comunità Europea, e se non verranno riassegnati alla fiction entro la fine dell’anno, saranno persi. «È una vergogna, ora che chiude la Fiat – dice Consuelo Lupo, del Sindacato attori – stanno lasciando morire tutto. Agrodolce faceva lavorare le persone, pagavamo decine di comparse, creava indotto sul territorio. Se questa storia non si risolverà non avrà perso la Rai, né la Regione, né la Einstein: avremo perso tutti». Dopo una prima stagione trasmessa da Rai Tre, molto amata all’estero, la vita di Agrodolce si è cristallizzata nel mezzo delle riprese della seconda serie: «A marzo ci hanno spedito una lettera in cui si diceva che le riprese erano sospese, e da allora nessuno più ci ha convocati». Intanto, mentre i tecnici finiscono la cassa integrazione da 900 euro al mese, e gli attori lottano per ottenere gli arretrati, gli studi di Agrodolce sotto al monte San Calogero restano chiusi: «È un paradosso – continua Lupo – c’è il pane e non si mangia per l’inettitudine di chi non si mette intorno a un tavolo. Perché la Regione non ha vigilato? Perché la Einstein non ha comunicato le sue difficoltà finanziarie? Perché la Rai non ci incontra, e Del Noce se ne lava le mani?». Oggi dovrebbe aprirsi a Roma un tavolo tecnico tra Rai e Regione: «Ma devono chiamarci, i lavoratori hanno diritto di sedersi a un tavolo con loro – dice Lupo – forse per farci ascoltare dobbiamo incatenarci agli studi?».
Anche la fiction Agrodolce chiude
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