Alla scoperta del marketing ban

Ci sono diversi modi per catturare l’interesse del giocatore e fidelizzarlo. Tutte queste metodologie fanno parte del marketing ban, strategie create e studiate ad hoc per poter ingrandire e rendere più stabile la platea di clienti e seguaci.

Tra le tecniche più diffuse c’è il bonus casinò di benvenuto, creato con una duplice finalità: sponsorizzare il casinò online mettendo in vetrina i giochi oppure catturare la fiducia dell’utente. Questo perché il giocatore potrà provare i giochi messi a disposizione sulla piattaforma senza rischiare soldi propri, come nel caso dei bonus senza deposito. È una strategia di win to win: se il cliente dovesse perdere, infatti, non avrà perso neppure un euro mentre se vincerà, la sua sarà una vincita netta, dal momento che i soldi che aveva investito non erano i suoi. Si tratta quindi di un investimento della piattaforma sulla piattaforma stessa: se i prodotti poi sono di livello, tutti i potenziali clienti che avevano aderito al bonus benvenuto resteranno dentro il sito.

Un’altra delle formule di marketing ban che si sta diffondendo negli ultimi tempi è quella del “porta un amico”: una tecnica a metà strada tra il bonus senza deposito e il passaparola. Il cliente che frequenta la piattaforma può invitare un amico a fare altrettanto, se quest’ultimo poi si iscriverà entrambi riceveranno un bonus per giocare.

È anche attraverso il marketing ban che la filiera del gioco d’azzardo sta crescendo. A dirlo stavolta sono i numeri raccolti da Repubblica: il 2019 aveva infatti registrare una crescita del +12,4% rispetto al 2018 con i casinò online cresciuti addirittura del 17%. Anche il difficile 2020, aldilà della crisi che ha portato su tutto il comparto terrestre del gambling, è stato un anno di crescita: +123% nel settore del poker online, +61% per gli eSports mentre i casinò online sono cresciuti del 29,5% arrivando a una spesa di 94 milioni.

Le cause di questa grande esplosione sono soprattutto da ringraziare nell’attuale contesto sociale, con la maggior parte degli italiani chiusi in casa per il lockdown, con il gioco a rappresentare una delle poche possibilità di evasione. Non è un caso infatti che solo a marzo la crescita è stata dell’11.3%.
Oltre a questo ha avuto un ruolo anche il marketing ban, una tipologia pubblicitaria che sfrutta un vuoto normativo del Decreto Dignità, che recita: «la mera esposizione delle vincite realizzate presso un punto vendita che offre servizi di gioco sono consentiti solo se effettuati con modalità, anche grafiche e dimensionali, tali da non configurare una forma di induzione al gioco a pagamento».

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