5 MAGGIO: PER RICORDARE COSIMO CRISTINA

In occasione dell’anniversario dell’uccisione del giornalista termitano Cosimo Cristina, un cartello composto da 20 Associazione termitane presenta un recital di Luciano Mirone autore del libro Gli insabbiati, storia di otto giornalisti siciliani, uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza.

Il recital dal titolo Uno scandalo italiano. La storia di Cosimo Cristina il primo giornalista suicidato da Cosa Nostra si terrà Giovedì 5 maggio 2011 alle ore 18 presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Termini Imerese. I testi sono di Luciano Mirone, le musiche originali di Giuseppe De Luca mentre le immagini fotografiche sono curate da Francesco Mirone. L’iniziativa, con lo slogan le Associazioni termitane per fare memoria è promossa da SiciliAntica, Legambiente, Fidapa, Pro loco, Agesci, Masci, Leo Club, Lions, Termini d’arte, Vela Club, Associazione nazionale Carabinieri, Politeia, Cittadinanzattiva, Astore, Associazione culturale musicale Città di Termini Imerese, Associazione Reduci e combattenti, Termini d’amuri, Associazione La Goccia, Associazione nazionale Polizia, Società San Vincenzo de Paoli, Rivista Espero, e in collaborazione con il Liceo Scientifico Nicolò Palmeri.

Nota su Cosimo Cristina

Con spirito di assoluta obiettività, in piena indipendenza da partiti e uomini politici, ci proponiamo di trattare e discutere tutti i problemi interessanti dell’Isola, avendo come nostro motto: senza peli sulla lingua. Tutto questo perché noi vogliamo che la Sicilia non sia solo quella folcloristica delle cartoline lucide e stereotipate, né quella delle varie figurazioni a rotocalco e di certa stampa deteriore, per intenderci la Sicilia di Don Calò Vizzini e di Giuliano, ma la Sicilia che faticosamente si fa strada come pulsante cantiere di lavoro e di rinnovamento industriale. Si legge così nell’editoriale del primo numero di Prospettive Siciliane, il giornale da lui fondato, e dalle cui colonne aveva probabilmente firmato la propria condanna a morte.

Cosimo Cristina sembra tracciare il suo pro¬filo: un cronista onesto, brillante, senza peli sulla lingua, che verrà ucciso per aver detto verità scomode e per aver avuto il solo torto di amare la propria terra, di privilegiare la verità e la giustizia e di credere che la legalità fosse più forte di qualsiasi potere criminale.

Quella di Cosimo è la storia di un giornalista scomodo. Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmente scrivere ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subito Prospettive Siciliane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla o per qualcuno era solo un’invenzione dei comunisti. Iniziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia.

Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calligrafica. Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto e si va avanti a passo di gambero. Il caso viene riaperto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma si finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul giovane che viene vergognosamente dimenticato Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste comparse su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi.

E per il cinquantesimo anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una lapide nel luogo in cui venne rinvenuto il corpo.

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