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Lettera di un cittadino: la “tipologia” e la “dimensione” del nostro sistema fognario sono inadeguate

26 Novembre 2020

Il 24 novembre 2020, è caduta su Termini una quantità “inusuale” di acqua piovana. Leggo su tutti i social che è uno schifo, che si è allagato tutto, che Termini bassa era una laguna. Responsabili del “misfatto”? I “tombini” otturati. Conoscendo, per antico mestiere, la tipologia di fognatura esistente a Termini devo dissociarmi dal coro. […]

Il 24 novembre 2020, è caduta su Termini una quantità “inusuale” di acqua piovana. Leggo su tutti i social che è uno schifo, che si è allagato tutto, che Termini bassa era una laguna.
Responsabili del “misfatto”?
I “tombini” otturati.
Conoscendo, per antico mestiere, la tipologia di fognatura esistente a Termini devo dissociarmi dal coro.
Mi spiego.
Preliminarmente osservo che il territorio urbanizzato è diviso in due macro zone dall’asse piazza Sant’Antonio/Belvedere.
Per semplicità le chiamiamo zona est e la zona ovest.
Ambedue NON SONO SERVITE DA UN SISTEMA FOGNARIO SUFFICIENTE ED IDONEO A RACCOGLIERE LE ACQUE METEORICHE DI SUPERFICIE.
Infatti la fognatura di Termini è stata realizzata in epoca moderna quando, anni 70, furono realizzate la rete idrica e quella del metano.
In adesione alle nuove norme d’igiene pubblica vennero abolite nella zona “dentro le mura” (la zona est) le vecchie condotte fognarie che avevano il difetto di non essere a perfetta tenuta (forse) ma il pregio (certo) di essere nella parte bassa molto alte, a forma “d’uovo” e capaci di portate notevoli.
Alle stesse scaricavano le acque pluviali a mezzo di “bocche di lupo” che inghiottivano letteralmente quantità enormi di acqua.
In pratica il sistema era di per se un enorme vaso d’espansione che consentiva l’arrivo simultaneo in tutti i suoi rami di grandi quantità d’acqua.
Oggi la fognatura ad uovo non esiste più, sostituita da tubi in gres di varia dimensione che si trasformano in condotte forzate (cioè a tenuta) che accumulano una energia che si scarica nei pozzetti.
[La fisica suggerisce che in una condotta la pressione interna aumenta di una atmosfera ogni dieci metri di dislivello.
A Termini il dislivello medio rispetto al mare, riferito al palazzo municipale, è di circa 70 metri].
L’evento successivo è quello dell’apertura dei pozzetti i cui coperchi sono sollevati dall’acqua (e dall’aria) e lo sversamento sulla sede stradale già allagata.
A Termini bassa zona est, poi c’è il problema del livello degli sbocchi rispetto al livello del mare.
Tutta la zona ovest, escludendo situazioni particolari, scarica l’acqua piovana rimasta in superficie direttamente nel fiume San Leonardo.
Lo “scoppio” dei pozzetti avviene nonostante buona parte dei tombini (caditoie) siano otturati.
Non oso pensare agli effetti che avrebbe il convogliamento di TUTTE le acque piovane, che oggi in gran parte scorrono in superficie, nelle fognature.
Altri aspetti, sempre negativi, preferisco non approfondire per non rendere ancora più noioso, ai più, il post.
In conclusione posso dire: gli allagamenti continueranno e non sono certamente causati dai tombini otturati. Questo perché, anche incrementando il numero delle caditoie e tenendole pulite, la “tipologia” e la “dimensione” del nostro sistema fognario sono inadeguate al lavoro che dovrebbero svolgere.
Perché non raccolgono, non accolgono, non scaricano.

Roberto Petta

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