Un’aggressione tira l’altra: Termini Imerese, colpiti due medici legali dell’Asp di Palermo

«Sostegno, supporto in tutte le sedi competenti e massima solidarietà» è espressa dal Commissario dell’Asp di Palermo, Antonio Candela, a due medici del servizio di medicina legale e fiscale del distretto di Termini Imerese aggrediti ieri mattina in ufficio da un utente.
«Ci costituiremo parte civile in un eventuale procedimento a carico di chi si è reso colpevole della vile aggressione- sottolinea Candela- Diciamo con fermezza basta alla violenza e basta a chi pretende con la forza e la sopraffazione di avere ciò di cui non ha diritto».
L’aggressione è avvenuta ieri poco dopo le 10.30, all’interno del servizio di medicina legale e fiscale. Un utente, che pretendeva, senza averne diritto, un certificato ha prima minacciato e poi aggredito due medici colpendoli violentemente alla presenza di una impiegata amministrativa che ha dato subito l’allarme chiamando i carabinieri ed il 118.
I medici sono stati immediatamente soccorsi e trasportati in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Cimino” di Termini Imerese. Anche la dipendente amministrativa, in evidente stato di shock, è stata costretta a fare ricorso alle cure dei sanitari.
Desolante ed eloquente è stata la scena che si è presentata ai primi colleghi che si sono recati nella stanza con scrivanie spostate, sedie divelte, documenti sparsi per terra e macchie di sangue sulle sedie.
«C’è ormai il ‘far west’ negli ospedali siciliani- dichiara Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – Le aggressioni in Sicilia continuano ad aumentare. Non si contano neanche più. Ogni settimana, uno o più episodi di violenze ai danni di medici ed infermieri. Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per mettere fine a questa violenza?»
Ed aggiunge: «Aspettiamo il disegno di legge annunciato dal Ministro Grillo che prevede l’inasprimento delle sanzioni penali nei casi di aggressioni al personale e presidi per la sicurezza delle strutture. Ma ribadiamo che non basteranno i militari, ci vogliono le forze di polizia presenti per mettere fine a questa situazione. La nostra battaglia continuerà se, venerdì, il disegno di legge non prevederà anche i posti di polizia».

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