Giunta – D’Amico (PID): più ombre che luci sul Bilancio 2011

Abbiamo doverosamente letto la Relazione Previsionale e Programmatica, che doverosamente mette in evidenza:

il progressivo impoverimento della popolazione;
una situazione diffusa di allarme sociale;
la riduzione dei redditi;
il conseguente calo dei consumi;
la rilevante spesa per l’abitazione;
la richiesta al Comune di interventi economici da parte della famiglie in stato di forte disagio.

Di contro, abbiamo appreso che, almeno da dicembre, il Comune non paga i contributi straordinari proposti dal Servizio Sociale Professionale per mancanza di risorse economiche.

Tutto ciò è in aperta contraddizione con il comportamento spendaccione dell’Amministrazione, che elargisce contributi per attività di importanza secondaria rispetto alle esigenze sociali.

E’ appena il caso di richiamare l’uso allegro del fondo di riserva, costituito in misura esagerata rispetto al dovuto, dal quale il Sindaco preleva tranquillamente, dimenticando che quelle risorse debbono essere destinate esclusivamente per sopperire ad esigenze impreviste ed imprevedibili.

A tutto ciò l’Amministrazione non propone soluzioni adeguate, limitandosi, per fare un esempio, a suggerire la costruzione di ulteriori alloggi popolari, per sopperire al rilevante costo delle abitazioni e contrastare l’esosità delle locazioni.

Noi crediamo, invece, che alla costruzione di ulteriori alloggi popolari -ovviamente sempre benvenuti- ed agli interventi di manutenzione di quelli vecchi, si debba soprattutto sollecitare la redazione di un nuovo Piano Regolatore che consenta nuove possibilità costruttive, pur salvaguardando il territorio.

Si deve intervenire sull’offerta di abitazioni per abbatterne i costi.

Nel merito del bilancio, così come ci viene presentato, manifestiamo notevoli perplessità in ordine alla salvaguardia degli equilibri di bilancio.

Infatti, le poste riguardanti gli oneri di urbanizzazione e l’alienazione degli immobili ci sembrano francamente gonfiate.

Per la voce Spese, rileviamo una generalizzata diminuzione del capitolo acquisto di beni che, a prima vista, sembrerebbe apprezzabile, ma che, a guardar bene, colpisce, tanto per cambiare, l’istruzione elementare e media, la biblioteca ed il museo.

L’esame potrebbe continuare, ma quanto detto ci sembra sufficiente per sottolineare l’incapacità dell’Amministrazione attiva a gestire la già difficile situazione, causata dai tagli del governo nazionale e regionale e dalla crisi occupazionale che ha colpito il nostro territorio.

Nessuna proposta qualificata, nessuna indicazione in termini di finanza creativa e di riforme strutturali, nessuna vera volontà di ridurre le spese inutili ed improduttive.

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