Dagli uffici del centro per l’impiego alle dighe! Protesta dei sindacati: “Dipendenti deportati”.

Circa 150 lavoratori regionali di categoria A e B sono stati individuati da vari dipartimenti per destinarli alla guardiania delle dighe. Il trasferimento rispetterà i 50 chilometri dalla sede di servizio ma i sindacati autonomi maggioritari, Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl Fna, parlano di “deportazioni” e hanno impugnato la delibera sulla mobilità d’ufficio. Solo dal dipartimento del Lavoro sono stati individuati una settantina, poi altri impiegati saranno prelevati dall’Agricoltura, delle Infrastrutture, del Turismo. E gli autonomi temono che non sia finita qui: “C’è da giurare che il Codipa, l’organo che riunisce tutti i dirigenti generali – scrivono i sindacati – metterà a disposizione altro personale ben sapendo che nella Regione Siciliana mancano le piante organiche e il piano triennale dei fabbisogni”.
I sindacati denunciano quindi l’illegittimità della delibera sulla mobilità, criticano il mancato coinvolgimento delle sigle, e nutrono dubbi sui criteri di individuazione dei lavoratori. Così alzano l’asticella della protesta e invitano i 3.400 lavoratori di fascia A e B, le più basse, a non svolgere mansioni superiori come invece accade in molti dipartimenti, facendo presagire la paralisi degli uffici. “Abbiamo chiesto a tutti i regionali – spiegano i sindacati – di attenersi scrupolosamente alle proprie mansioni dimostrando così che i problemi della Regione si possono risolvere solo agendo sui veri deficit rappresentati da un colpevole mancato rilancio della macchina amministrativa, che preveda anche nuove regole al passo coi tempi”.
L’emergenza maggiore nei Centri per l’Impiego che sarebbero più colpiti vedendo dimezzata la forza lavoro al momento già al limite minimo per la funzionalità.

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